сряда, 7 април 2010 г.

otto sculture in vetro di Tristano di Robiliant

Due ore fa ho visto la notizia posta da Walter per la mostra di otto pezzi di vetro dello scultore Tristano de Robiliant che sarà inaugurata venerdì 9 aprile in palazzo Mocenigo, adesso Museo o Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume.
Subito mi ha fatto impressione il nome, perché proprio ieri avevo scelto il nome di Tristano per il protagonista del libro che scrivo da agosto; nei giorni passati di Pasqua questo libro ha cominciato a prendere forma, però per cominciarlo mi sono ispirata a Venezia da Bruce Nauman e i suoi Days, Giorni.

Ho deciso di vedere qualcosa di questo Tristano di Robiliant, l'artista londinese di origini veneziane che con il suo lavoro pensato appositamente per il primo piano del museo rende omaggio alla città di Venezia. "Lo fa anche attraverso l’uso dei colori: l’ ambra, il rosso dogale, la purezza cristallina del vetro, che richiama l’acqua, si materializzano negli otto pezzi in mostra. Agosto, Ambra, Bisanzio, Bragadin, 1600, Proust a Venezia, Sisifo, Snow."

Ho scritto il suo nome su Google e ho cliccato sulla stessa notizia pubblicata su un altro blog di cui do subito il link. Se volete vedere quella che senza dubbio raffigura Sisifo cliccate QUI

Non è granche, ma il colore e la sensazione che dà è giustissima per gli sforzi di Sisifo.

Poi leggo "nato a Londra nel 1964 e residente tra Roma e l’Inghilterra, si è fatto conoscere per la piena sinuosità delle forme che progetta e per il magistrale uso del vetro".

Non direi, ho trovato delle sue opere sia in bronzo che in ceramica. A mio parere non è un genio, anzi mi sembra povero di idee visto che un tema, una forma la reliazza in alcuni varianti, non è un buon segno se si trovano tutte e tre tra le immagini trovate in internet per 2 minuti. Vedo una sua opera plastica in una galleria dove c'è anche una statuetta di Bruce Nauman. Se fossi stata una ricca collezionista io senza dubbio avrei scelto quella di Nauman per la mia collezione. Proprio a Venezia sono diventata una sua grande ammiratrice, dopo aver visto le sue cose in Topological Gardens, esposte nelle sale delle due umiversità di Venezia, IUAV e Ca' Foscari (non quelle cose nel padiglione degli Stati Uniti d'America nei Giardini).

Non sono unici i pezzi che si vendono in quella galleria, Tristano offre un pezzo in 5, Bruce Nauman in 15, se ho capito bene. Ma tuttavia io preferisca il pezzo di Bruce Nauman. Chi è interessato a vederli può cliccare QUI

Comunque continuo a curiosare, ormai sono certa che non desidero avere un pezzo di quelli di Tristano di Robiliant come sono certa di non aver visto il suo nome tra gli artisti invitati a partecipare nella mostra Glasstress in palazzo Franchetti, un evento collaterale alla 53 Biennale (controllo, no, non c'era) e all'improvviso trovo qualcosa di interessante, anzi molto. Ho fatto il click su una vecchia foto bianconera di un uomo di nome Avise Nicolis di Robiliant, conte. Alvise è un nome tipico veneziano.

E leggo l'inizio del giallo:

"L’omicidio del conte Alvise Nicolis Di Robiliant ha tutti gli ingredienti giusti per poter essere degno di entrare a far parte di un romanzo uscito dalla penna di un grande scrittore giallista. Il delitto ha come sfondo una delle più belle città d’arte d’Italia, Firenze, come teatro, l’antico palazzo ricco di storia e di arte e per ultimo, come protagonista, la figura di un conte, apparentemente senza nemici, amante dell’arte e della vita. A intessere una sottile ma intricata rete tra tutti questi elementi è la morte, che arriva all’improvviso, all’età di 72 anni, sinistra: il cadavere a terra, con il cranio fracassato e una singolare traccia lasciata dall’assassino (quasi come completamento di uno scenario già di suo straordinariamente evocativo), un quadro di San Girolamo, rabbiosamente sfregiato. Alvise Di Robilant apparteneva ad una nobile famiglia proveniente da due dinastie, quella dei dogi Mocenigo di Venezia e quella dei Di Robilant, veneziano di nascita, viveva da molto tempo a Firenze e aveva una ex moglie americana, Betty Stoke, dalla quale aveva divorziato da anni. Padre di tre figli: Andrea, corrispondente da New York per "La Stampa", Tristano, scultore a Roma, Filippo, carriera diplomatica a Bruxelles (allora portavoce della commissaria europea Emma Bonino). Il conte, per alcuni anni, aveva lavorato per la sede fiorentina di Sotheby’s , impiegato nel settore amministrativo, esperto d’arte, appassionato di musica classica e letteratura, aveva amicizie nel mondo dell’arte e della cultura. Abitava da solo nello storico palazzo Rucellai, (iniziato su progetto di Leon Battista Alberti nel 1446) in pieno centro storico e la sera in cui venne ucciso aveva in programma una cena nel circolo più esclusivo della città, il Circolo Unione a via Tornabuoni, a pochi passi da casa sua. Quella sera non vi si recò mai e cosa strana, a detta degli amici, fu che non fece nemmeno una telefonata per disdire l’impegno o scusarsi per la mancata presenza. Fu ucciso la sera del 15 gennaio 1997, ma il corpo venne ritrovato il 16 pomeriggio dalla cameriera: era seminudo, coperto solo da una vestaglietta corta e giaceva riverso a terra nel salone. I colpi, inferti con inaudita ferocia, furono dieci, il cranio era stato fracassato con un oggetto pesante e tagliente che non venne mai ritrovato."

Il resto si puo' leggere QUI

Se un giorno decido di scrivere un giallo sarà su questi tre omicidi di cui si parla alla fine dell'articolo.

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