петък, 7 май 2010 г.

IANUA CERTA POLI DUC MENTEM


Chi è sensibile dell'arte di Giovanni Bellini guardando i suoi dipinti sente la musica, chi sa leggere la poesia atraverso l'immagine aprezza la lirica, ma io vi dico che qui il pittore ci avrà lasciato in più anche una delle sue poesie, espresse con parole (in latino).

Avevo bisogno di un po' di tempo per capirlo. Desidavo molto vedere questa sua Madonna alla chiesa dei Frari, non me l'aspettavo così piccola, infatti guardandola prima sulle riproduzioni sui libri dell'arte non risciuvo di immaginarmela come poteva essere, non concepivo nè la forma, nè il contenuto, nemmeno la dimensione. Ormai so che nessuna riproduzione a colori non è sufficiente a trasmettere e la metà la consolazione e la pace che ti dona questa Madonna dal vivo.


E quando dico poesia, non mi invento nulla. Avevo letto che Giovanni Bellini fu anche un poeta, prima di fare il pittore a Venezia del Quattrocento voleva pubblicare una raccolta di poesie. Credo che una di quelle sue poesia l'avesse scritto col pennello nell'oro del mosaico sopra la Madonna col bambino.

Post scriptum:
Dunque, ho sbaglio, la poesia non la compose Giovanni Bellini, lui compose solo l-immagine (tutta un'altra poesia) in cui sono inglobale le parole. Il signore nobilissimo che per adesso qui resta anonimo aveva scritto che si trattava di un citato. Ecco che cosa ha scritto quel signore il cui nome mi sento in dovere di tenere velato:
Questa frase era stata tratta dall'ufficio dell'Immacolata che pochi anni prima (1478) papa Sisto IV, padre Francesco della Rovere, aveva fatto comporre a Roma.
La Vergine viene chiamata "Ianua coeli", cioè "Porta del Cielo", ovvero passaggio per andare verso il cielo. Questo anche spiega perché in tante chiese, ed anche in quella dei Frari, c'è un'immagine della Madonna sopra il portone d'ingresso: è la "Ianua coeli".

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